Un libro completo ed essenziale per conoscere minuziosamente il funzionamento dell’apparato burocratico forgiato dal fascismo. Un libro che segue passo passo i cambiamenti che il regime introdusse ad ogni livello amministrativo: nei ministeri, nei nuovi enti pubblici, nel rapporto contraddittorio fra centro e periferia. E in primo piano il nuovo soggetto che ambiguamente penetra nello Stato e al tempo stesso se ne lascia penetrare, statalizzandosi: il Partito fascista. E poi le élites, fra continuità e innovazione: burocrazie, gerarchie politiche centrali e periferiche, magistrature ordinaria e amministrativa, podestà, sindacalisti e capi delle corporazioni, autorità scolastiche, sovrintendenti alle belle arti, uomini dell’impresa pubblica e del parastato. Uno Stato ben lontano dall’essere la «macchina perfetta» che vorrebbe sembrare. Un affresco ricco di particolari da cui emerge una visione complessa di quel che volle e non riuscì a essere lo Stato. Stato «fascista» ma al tempo stesso Stato «nel fascismo». Il libro di Guido Melis, uno dei maggiori studiosi della storia dell’amministrazione pubblica del nostro paese, è stato considerato da Sabino Cassese «Un libro magistrale… che si colloca a pieno titolo accanto all’altro grande studio sul fascismo, la biografia mussoliniana di De Felice», un «vero e durevole libro di storia» secondo Luciano Canfora.