Chi siamo

L’Istituto, sorto nel 1965 e retto dal 1968 da un Consorzio di enti pubblici locali, è un centro studi specializzato in storia contemporanea e fornisce un supporto, completo e aggiornato, all’attività di ricerca che si svolge sul territorio.

Chi siamo

L’Istituto, sorto nel 1965 e retto dal 1968 da un Consorzio di enti pubblici locali, è un centro studi specializzato in storia contemporanea e fornisce un supporto, completo e aggiornato, all’attività di ricerca che si svolge sul territorio.

Presso la sede è possibile usufruire dei servizi di biblioteca, emeroteca, archivio, mediateca e consulenze scientifiche. L’accesso è libero e regolamentato da norme di consultazione e prestito.
Nel promuovere la conoscenza storica, organizza convegni, seminari, incontri, pubblica libri e periodici collaborando con le Università oltre che con analoghe istituzioni e associazioni culturali italiane e europee.
Nel campo della didattica è centro di servizi per la formazione sia dei docenti che degli studenti, promuovendo ricerca, corsi d’aggiornamento, stages e lezioni.

Nell’essere custode della memoria storica del Novecento si ispira ai valori di pace e convivenza civile ereditati dalla lotta per la libertà e sanciti dalla Costituzione repubblicana. L’Istituto è intitolato al prof. Piero Fornara, pediatra di fama internazionale, personaggio di spicco dell’antifascismo novarese e “Prefetto della Liberazione”.

 

Appuntamenti

Set
10
Mar
2024
80° anniversario della Repubblica dell’Ossola @ Luoghi vari
Set 10@8:00–Nov 4@23:00

Il programma delle celebrazioni dell’Ottantesimo anniversario della “Repubblica dell’Ossola” è fittissimo di appuntamenti di divulgazione e approfondimento storico, musica e cinema. L’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara” ha curato una serie di eventi per un pubblico adulto, insegnanti e studenti.

 

 

“Résistance”

In collaborazione con Casa della Resistenza di Fondotoce, la Società Filosofica Italiana sezione di Verbania e con il Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso (VB),

Percorso cinematografico dedicato al cinema resistenziale.
17 settembre 2024, ore 20.45 – Casa della Resistenza Fondotoce – Proiezione Staffette, del 2006
26 settembre 2024, ore 21.00 – Ex Cappella Mellerio – Proiezione di spezzoni scelti Sceneggiato 40 giorni di Libertà
4 ottobre 2024, ore 20.45 – Museo di Ornavasso – L’Agnese va a morire, 1976.

Con il patrocinio della Città di Verbania, della Città di Domodossola, della Biblioteca Civica “P. Ceretti” di Verbania, della Casa della Resistenza di Fondotoce, dell’ANPI Comitato Provinciale di Verbania e della F.I.V.L

Fame di Libertà 

Il collaborazione con il Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso (VB), Associazione Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo Di Dio” e ARS.UNI.VCO Associazione per lo Sviluppo della Cultura degli Studi Universitari e della Ricerca nel Verbano Cusio Ossola.

Una serie di 10 video di introduzione storica all’argomento che possono essere fruiti dai docenti di ogni ordine e grado per una autoformazione in vista delle iniziative celebrative. Le lezioni sono state registrate da Elena Mastretta, direttrice Scientifica dell’Istituto storico Fornara, Pier Antonio Ragozza, studioso indipendente, Maria Grazia Vona e Margherita Zucchi, curatrici del Museo Di Dio e componenti del Comitato scientifico del nostro Istituto.

  1. Ossola 1944 – introduzione/contesto geopolitico
  2. La Resistenza nel Verbano Cusio Ossola – settembre 43’/maggio 44′
  3. La Resistenza nel Verbano Cusio Ossola – giugno 44’/settembre 44′
  4. La Resistenza nel Verbano Cusio Ossola – settembre 44’/aprile 45′
  5. Gli alleati
  6. Repubbliche Partigiane
  7. Il caso dell’Ossola
  8. La Giunta Provvisoria di Governo
  9. Una nuova idea di scuola
  10. La difesa dei confini della Repubblica dell’Ossola

L’evento sarà presentato il 23 settembre 2024 presso la Cappella Mellerio di Domodossola, alle ore 17.30.

Indicazioni e strumenti per il riconoscimento formativo
La frequenza alle iniziative è valida ai fini del riconoscimento formativo, in quanto L’Istituto Storico della resistenza e della società contemporanea nel novarese e nel Verbano Cusio Ossola Piero Fornara. è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli) riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il Miur (L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri con la rete degli Istituti associati ha ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, accreditamento portato a conformità della Direttiva 170/2016 con approvazione del 01.12.2016 della richiesta n. 872 ed è incluso nell’elenco degli Enti accreditati).

Intitolazione della Sala Storica a Mario Bonfantini

Su proposta del nostro Istituto, il 21 ottobre alle ore 11.00 la Sala Storica del Comune di Domodossola verrà intitolata a Mario Bonfantini (1904-1978). Scrittore, critico letterario, sceneggiatore, traduttore e partigiano italiano. In quest’ultima veste, di grande rilievo è stata la sua partecipazione all’esperienza della “Repubblica dell’Ossola” come membro della Giunta Provvisoria di Governo con l’incarico di Commissario per il collegamento con l’Autorità Militare e stampa. Ebbe un ruolo anche nella Commissione didattica Consultiva, che aveva il compito di stendere una sorta di riforma della scuola.

La sala sarà dotata di una targa e al suo interno un tavolo sarà allestito con le pubblicazioni dell’Ossola libera.

 

Set
24
Mar
2024
Presentazione del libro “Sciuscià” (Einaudi) con l’autore Bruno Maida @ Sala Genocchio Biblioteca Civica Negroni
Set 24@17:30–18:45

In dialogo con Sergio Botta, l’autore (professore di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Torino) parlerà del suo ultimo libro «Sciuscià» pubblicato per i tipi di Einaudi. Il titolo riporta ad una delle parole italiane più conosciute al mondo, che grazie all’omonimo film di Vittorio De Sica è arrivata a incarnare e rappresentare la condizione dell’infanzia povera e abbandonata nell’Italia nel dopoguerra, forse più di ogni altro aspetto sociale ed economico. Dalla liberazione di Napoli nel 1943 fino alla fine del decennio, i bambini e i ragazzi di strada sono il simbolo del contrasto tra un’infanzia come immagine positiva del futuro e un’infanzia “pericolosa” che vive ai margini della società e spesso è costretta a delinquere. Il libro racconta le vicende di quei bambini e ragazzi che nei primi anni del dopoguerra popolano le grandi città italiane, in particolare Roma e Napoli, invase dai militari alleati a cui di fatto si deve il nome. Il legame con il film di Vittorio De Sica, vincitore del premio Oscar come migliore pellicola straniera nel 1948, che ha reso la parola «sciuscià» famosa in tutto il mondo, si base su tre motivazioni. La prima è di carattere politico e culturale. L’intreccio di creatività e avversità di cui parla la motivazione dell’Oscar al film sembra dipingere il tradizionale stereotipo dell’italiano che se la cava in qualche modo, si arrangia e alla fine o sparisce nel gorgo luciferino della miseria o, baciato dalla fortuna, conquista il successo. Il secondo motivo è che «sciuscià» è una sineddoche. I lustrascarpe sono la parte visibile di una massa di bambini e ragazzi orfani, poveri e profughi che vivono e sopravvivono nelle strade delle città italiane del dopoguerra. Il terzo motivo è il valore per così dire universale, nel tempo e nello spazio, dello sciuscià. La sua figura di bambino è quella che aggruma l’idea di tutte le infanzie vissute ai margini della società nel corso del Novecento: vittime dei cambiamenti che investono le comunità dopo guerre e catastrofi oppure espressioni icastiche dell’umanità dimenticata e offesa a ogni latitudine.

     

Set
30
Lun
2024
Mostra “Face de Villaggio”. @ Biblioteca Polo Universitario UPO
Set 30@17:30–Ott 10@19:00

Face de Villaggio” è una mostra ideata e realizzata dal fotografo novarese Mario Finotti e organizzata in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara” nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario della posa della prima pietra del Villaggio Dalmazia di Novara, avvenuta il 3 ottobre del 1954.
Finotti ha trascorso lunghi pomeriggi nelle strade e nelle abitazioni del quartiere, fotografando le face degli appartenenti comunità Giuliano-dalmata. Uomini e donne che prima di approdare nelle abitazioni costruite nella periferia sud dalla città, vivevano all’interno della Caserma Perrone, sede del Centro Raccolta Profughi e, prima ancora, nei territori del Confine orientale d’Italia ceduti alla Jugoslavia al termine del Secondo conflitto mondiale.
L’autore ha considerato questo lavoro come un’opportunità di capire le peculiarità del soggetto che stava fotografando. E per capire fino in fondo è stato necessario innanzitutto conoscere e farsi coinvolgere senza pregiudizi. Nella primavera-estate di questo 2024 ha così percorso così le strade del Villaggio, ha sostato sulle panchine, ha fatto le scale di quei palazzi entrando nelle case. Ha avuto la possibilità di entrare nelle vite delle persone che ci abitano, ammettendo con grande onestà intellettuale di aver corretto qualche idea sbagliata. Il risultato è stato un lavoro finale che restituisce, dalla prima a l’ultima delle immagini, la specificità della comunità giuliano-dalmata novarese e ciò che distingue quel luogo e quelle persone rispetto il resto dei quartieri cittadini. Si tratta di un mondo a parte, dove è possibile toccare con mano e riflettere sugli stravolgimenti della vita subite dalla gente comune a causa delle grandi tragedie dell’umanità.

La mostra sarà inaugurata il 30 settembre alle ore 17.30 presso la Biblioteca del Polo Universitario “Rita Fossaceca”, con ingresso dal Baluardo La Marmora 7, e sarà preceduta da una conferenza nell’Auditorium Gaudenzio Cattaneo, sempre presso la stessa sede.

La mostra è inserita negli eventi organizzati dall’Istituto Storico della Resistenza di Novara “Piero Fornara” per il 70° anniversario della posa della prima pietra del Villaggio Dalmazia.

Con il sostegno di

Con il patrocinio di

 

Con il contributo di

Ott
5
Sab
2024
Convegno “Giuliano-dalmati in Piemonte. Esodo, accoglienza, ricordi”. @ Aula Magna Università del Piemonte Orientale
Ott 5 giorno intero

Settant’anni fa, il 3 ottobre 1954, veniva posata la prima pietra del quartiere novarese che prenderà il nome di “Villaggio Dalmazia”, conosciuto più comunemente come il “Villaggio”. Edificato nella periferia sud della città venne destinato nella quasi totalità ad accogliere le famiglie che da un decennio erano ospitate all’interno del Campo Profughi della Caserma Perrone. 
Si trattava in gran parte di esuli giuliano-dalmati provenienti dal confine orientale d’Italia al termine del secondo conflitto mondiale, da quei territori che l’Italia, con il Trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, aveva dovuto cedere alla Repubblica Federale di Jugoslavia guidata dal Maresciallo Tito. Ma non solo, anche se in misura minore, l’assegnazione degli alloggi di “edilizia popolarissima” riguardò anche gli italiani rimpatriati dalle ex colonie d’Africa o espulsi dai paesi europei o nord-africani. 
A distanza di sette decenni dalla posa di quella prima pietra, l’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola “Piero Fornara” di Novara, ha organizzato il convegno “Giuliani e Dalmati in Piemonte. Esodo, accoglienza, ricordi” che declinerà la situazione nelle diverse province della regione. Saranno presentate riflessioni su accoglienza e integrazione, ma anche sulla percezione pubblica dell’Esodo giuliano-dalmata nel corso di questi settant’anni e sulle conseguenze psicologiche del distacco dalle proprie origini.

Programma del convegno.

 

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Ott
31
Gio
2024
L’esodo istriano nel novarese. @ Biblioteca Civica di Briona
Ott 31@21:00–22:30

Dall’estate del 1945 alla metà degli anni ’50, giunsero nel capoluogo novarese oltre 3.000 italiani residenti nei territori passati sotto la sovranità Jugoslava al termine del secondo conflitto mondiale. Si trattò di un flusso straordinario che ebbe importanti impatti sulla vita del capoluogo e che ha lasciato importanti tracce fino ai giorni nostri.

L’intervento di Antonio Leone, studioso dell’Esodo nel novarese, metterà in evidenza le caratteristiche di questa particolare migrazione: dall’arrivo in città e dell’accoglienza nel Centro Raccolta Profughi presso la Caserma Perrone, fino al ritorno ad una vita “normale” con l’assegnazione degli alloggi popolari nel nuovo quartiere “Villaggio Dalmazia”.

L’evento è inserito nell’ambito delle iniziative in occasione del 70° anniversario della posa della prima pietra del Villaggio Dalmazia di Novara avvenuta il 3 ottobre 1954.

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