Dopo avere segnalato l’indicizzazione di una serie di articoli della rivista novecento.org utilizzabili come risorsa didattica per fare lezione a distanza, inauguriamo oggi una serie di brevi articoli che possiamo considerare delle “pillole di storia” scelti in base alla data, un po’ come negli almanacchi “accadde oggi”. Gli avvenimento che segnaleremo noi potranno essere di rilevanza mondiale, europea, italiana o locale, perché cercheremo di coprire tutte le giornate e tutti i filoni di ricerca e di interesse dell’Istituto e del nostro pubblico.

 

E’ la mattina di 42 anni fa, 16 marzo 1978, quando Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, viene rapito mentre si recava in parlamento, a Montecitorio, per il dibattito sulla fiducia al governo Andreotti. L’episodio è noto come “agguato di Via Fani”, essendosi svolto a Roma in quella via, con il coinvolgimento di un commando di una ventina di brigatisti. Mentre lo statista viene rapito, i cinque componenti della sua scorta perdono la vita, anche se non tutti nell’immediato.  Raffaele Iozzino, 24 anni, guardia di P.S, rimane riverso supino sul piano stradale, vicino all’auto; Oreste Leonardi, 52 anni, responsabile della sicurezza, maresciallo dei carabinieri, viaggiava nell’auto da cui viene prelevato Moro, la Fiat 130 targata «Roma L59812» e viene ritrovato cadavere;  Domenico Ricci, 42 anni, appuntato dei carabinieri, guidava l’auto su cui viaggiava lo statista e viene anch’esso ritrovato privo di vita;  Giulio Rivera, 24 anni, guardia di P.S e Francesco Zizzi, 30 anni, vicebrigadiere di Pubblica sicurezza viaggiavano sull’Alfa Romeo Alfetta targata “Roma S93393”: solo il secondo è ritrovato gravemente ferito, ma ancora in vita.

La prigionia di Moro durò 55 giorni e terminò purtroppo con la sua uccisione: il 9 maggio 1978 il cadavere dell’onorevole fu trovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Michelangelo Caetani, sempre a Roma. Un episodio indelebile nella mente degli italiani, che ricordano i tg, le immagini, i titoli dei giornali e il clima di paura ed incertezza che accompagnò quei giorni. Cominciò così uno dei periodi più bui della storia dell’Italia repubblicana. Nemmeno i servizi segreti riuscirono a trovare Moro.

Questa mattina, i lanci delle agenzie sottolineavano come allora il clima fosse di massima emergenza per via del terrorismo, oggi per la pandemia.

Per tutti gli approfondimenti del caso, vi segnaliamo il pezzo di Chiara Fragiacomo.

Chiara Fragiacomo, “Nel cuore dello stato”: Aldo Moro, il sequestro, la prigionia e l’uccisione. 16 marzo – 9 maggio 1978, Novecento.org, n. 8, agosto 2017. DOI: 10.12977/nov193

La data è ricca di spunti e riflessioni e ci permette, innanzi tutto, di ricordare il ciclo di incontri “ALDO MORO. UN EDUCATORE, UN POLITICO, UN UOMO LIBERO”  promossi lo scorso anno scolastico da Agorà sociale con la collaborazione, tra gli altri, del nostro Istituto.

Elena Mastretta