presentazione
il sentiero Beltrami
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
- Presentazione
- Lo svolgersi della Resistenza in Ossola dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945
- I principali Protagonisti della Repubblica dell'Ossola
- Quadro generale della prima liberazione dell'Ossola
- Descrizione dei percorsi a Domodossola e Valli
- Descrizione dei percorsi sulla destra della Toce
- Descrizione dei percorsi sulla sinistra della Toce
- Apparati
- Bibliografia
- Musei
- Cronologia
- Dizionario biografico
- Dizionario biografico della Repubblica dell'Ossola
- Gisella Floreanini
- Silvestro Curotti
- Indice luoghi
- Schede di approfondimento
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Gisella Floreanini

  E poi Gisella Floreanini. (…). Antifascista, militante clandestina durante il fascismo, rifugiatasi poi in Svizzera, dove si trova quando l'Ossola è liberata, viene chiamata da Tibaldi a far parte della giunta di governo come ministro dell'assistenza. E' l'unica donna in tutte le repubbliche partigiane, la prima donna italiana in assoluto, ad assumere incarichi di governo. Gisella porta in questo compito la competenza acquisita a Ginevra dove, da rifugiata politica, ha operato per quattro anni a stretto contatto con l'Ufficio Internazionale del Lavoro. Ha quindi una visione moderna dell'assistenza: servizio sociale e non beneficenza. Tuttavia i problemi che si trova davanti nel territorio della repubblica sono enormi: mancano i viveri, i medicinali scarseggiano, la Provincia ha abolito i sussidi ai parenti dei prigionieri di guerra dispersi, nella zona sono affluiti tanti sfollati che non possono essere rimandati a casa loro, la Svizzera, a cui si chiedono subito soccorsi, può mandare solo tante patate, poca farina e pochissimo latte.
Gisella si mette al lavoro, affiancata da don Cabalà, e prende contatti con le organizzazione di base. Sa che per essere efficiente l'assistenza va gestita in modo decentrato, attraverso i sindaci, i comitati di liberazione nazionale, le organizzazioni partigiane. La sua prima preoccupazione è il controllo delle richieste che arrivano da ogni parte: abusi e furberie già si stanno verificando, è vitale distribuire equamente le risorse alla popolazione; e in questo le organizzazioni di base le saranno utilissime. A questo scopo si decide di affiggere dei manifesti in cui si chiede ai cittadini di portare gli eventuali viveri in eccesso agli uffici dell'assistenza perché vengano consegnati a chi ne ha più bisogno. La popolazione risponde all'appello. Ha fiducia nella sua ministra.
Ma il vero capolavoro di Gisella è l'organizzazione del viaggio di cinquecento bambini ossolani verso la Svizzera per salvarli dall'arrivo dei nazifascisti e dall'inverno che incombe. In brevissimo tempo, coadiuvata dalla presidente del comitato della Croce rossa italiana di Domodossola, da suore, medici, assistenti, Gisella prepara i piccoli per il lungo soggiorno lontano da casa, scegliendoli uno per uno insieme ai genitori, li rifornisce di documenti, di generi di conforto, di accompagnatori. Il treno per Briga parte mentre dalla periferia di Domo entrano i tedeschi. E' tempo di andarsene anche per Gisella. Ma non tornerà più in Svizzera. Infilerà un paio di scarponi che le ha preparato un compagno calzolaio e, attraverso le montagne, prenderà la strada della Valsesia con i compagni garibaldini.

FINETTI S., Partigiane sul sentiero della libertà, in "Il manifesto" 26 Ottobre 2001

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