Istituto Piero Fornara
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Convegno internazionale
"Giuliani e Dalmati in Piemonte."
Esodo, accoglienza, ricordi"

Aula Magna Università del Piemonte Orientale di Novara – 5 ottobre 2024.

Il convegno internazionale “Giuliani e Dalmati in Piemonte. Esodo, accoglienza, ricordi” è l’evento principale tra quelli organizzati dall’Istituto in occasione dei settant’anni della posa della prima pietra del Villaggio Dalmazia. I lavori si svolgeranno nell’intera giornata del cinque ottobre in un luogo particolarmente significativo, l’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale di Novara all’interno della Caserma Ettore Perrone. Il complesso militare fu, dal 1945 al 1956, uno tra i principali Centri Raccolta Profughi costituiti nel nostro paese all’indomani del termine del Secondo conflitto mondiale e aveva il compito di assistere materialmente i profughi Giuliano-Dalmati e i cosiddetti rimpatriati che non avevano sufficienti mezzi di sussistenza. La Caserma Perrone e il Villaggio Dalmazia sono, quindi, i luoghi simbolo della presenza giuliano-dalmata nel novarese. Un binomio inscindibile se si vuole raccontare la storia dell’accoglienza e dell’integrazione di circa quattromila individui nella città e nel circondario nel primo decennio dal termine del conflitto.
La giornata di studio è stata pensata per essere un momento di condivisione di ricerche e riflessioni rivolto soprattutto al pubblico. Nella sessione mattutina l’approfondimento riguarda aspetti che normalmente rimangono ai margini del dibattito pubblico in occasione degli eventi commemorativi del Giorno del Ricordo. Nel pomeriggio, invece, l’attenzione sarà rivolta agli aspetti locali dell’esodo, attraverso le relazioni tenute dagli Istituti storici della Resistenza Piemontesi.
Il primo intervento mattutino riguarderà la gestione del potere da parte Jugoslava e i rapporti con la popolazione italiana residente nei territori, prima occupati e poi assegnati a Belgrado con il Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947. Questa relazione sarà affidata alla dottoressa Orietta Moscarda del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia), che attraverso l’utilizzo delle fonti provenienti dagli apparati centrali e locali della ex Repubblica Federale di Jugoslavia, illustrerà le politiche del Partito Comunista Jugoslavo verso i nostri connazionali e quanto queste abbiano influenzato una parte dell’Esodo. Questa relazione fornirà un punto di vista particolare, e per certi versi originale sulle origini del fenomeno rispetto alla narrazione domestica che abbiamo nel nostro paese, e determinerà la valenza sovrannazionale dell’intero convegno.
A seguire l’intervento di Boris Cerovaz, testimone diretto di un esodo particolare e molto significativo avvenuto nel 1962, quando all’età di 10 anni, abbandonò con la famiglia il piccolo paese di Pinguente nell’entroterra istriano. Una partenza avvenuta ben oltre il decennio 1945-1955, periodo che ha visto l’inesorabile scomparsa della componente italiana fino a quel tempo maggioritaria nell’Istria costiera, nella città di Fiume e sulla costa dalmata. Interessante per la levatura del relatore e del particolare contenuto, è il contributo che verrà fornito dal professore Eugenio Borgna, Primario emerito di psichiatria, che parlerà del “dramma” del distacco e della sua componente psicologia (e psichiatrica). Come è avvenuto in molti drammi della storia, anche l’esodo giuliano-dalmata ha portato a rimozioni e amnesie personali e familiari nel tentativo di lenire le ferite interiori causate dalla perdita delle proprie radici familiari, sociali e culturali.
Successivamente, Giovanni Cerutti, direttore della Fondazione Marazza, Cultore della materia in Scienza Politica presso l’Università degli Studi di Milano e membro del Comitato scientifico del nostro Istituto, parlerà dei riflessi della vicenda dell’Esodo sulla politica interna e internazionale e della rimozione dal dibattito pubblico italiano di quanto accaduto nei territori del confine orientale del paese.
L’intervento conclusivo della prima parte sarà affidato ad Enrico Miletto dell’Università di Torino, che illustrerà “L’Atlante dei centri di raccolta dei profughi giuliani e dalmati”, progetto curato con Costantino di Sante e voluto dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri con il sostegno del C.N.R. L’Atlante fornisce una mappatura completa dello sforzo pubblico nell’accogliere su tutto il territorio nazionale i profughi. Nella sessione pomeridiana si alterneranno storici e ricercatori appartenenti alla rete degli Istituti della Resistenza del Piemonte, i quali illustreranno le esperienze nei diversi territori della regione e il contributo pubblico fornito nell’accoglienza di un considerevole numero di Giuliano-Dalmati, non solo nei tre Centri Raccolta Profughi di Torino, Novara e Tortona, ma anche negli altri capoluoghi di provincia meno investiti dal fenomeno. Verranno analizzati i differenti luoghi dell’accoglienza, con le differenze tra i centri maggiori del territorio, in particolare Torino e le interazioni con il resto della popolazione, nonché le politiche in tema di edilizia pubblica che consentiranno il decongestionamento e la successiva chiusura delle strutture adibite all’accoglienza.
Uno spazio verrà dato anche agli aspetti didattici legati all’insegnamento della storia del Confine orientale d’Italia e le conseguenti ricadute sociali dell’Esodo.


Programma del convegno

Clicca sul titolo dell’intervento per leggere l’abstrac degli interventi

Sessione mattutina (09.30 – 13.00).

Saluti di apertura

Paolo Cattaneo (Presidente Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara”).

L’Esodo tra le fonti Jugoslave e le testimonianze

Orietta Moscarda (Centro Ricerche Storiche Rovigno - Croazia). Il potere popolare in Istria nel secondo dopoguerra. La politica nei confronti degli italiani.

Boris Cerovac (Esule da Pinguente). Un esodo diverso.

Le rimozioni e le politiche di accoglienza

Eugenio Borgna (Primario emerito di psichiatria Ospedale Maggiore di Novara). Il dramma del distacco.

Giovanni A. Cerutti (Direttore Fondazione Marazza, Cultore della materia in Scienza politica Università degli Studi di Milano Statale e membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara”). Ricerca storica, dibattito politico, percezione pubblica. Il dramma del confine orientale nell’Italia del dopoguerra.

Enrico Miletto (Università di Torino - Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne, collaboratore dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino). L’Atlante dei centri di raccolta dei profughi giuliani e dalmati della Seconda guerra mondiale.

Sessione pomeridiana (14.30 – 18.00).

Le esperienze di accoglienza in Piemonte

Antonella Ferraris, direttrice dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria.  "Alessandria, storia di una provincia impegnata nell'accoglienza".

Mario Renosio, ricercatore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti. “L'esodo giuliano-dalmata visto dalla provincia: il caso di Asti”.

Massimiliano Franco, ricercatore dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia. “Tra ricerca e didattica: l’impegno dell’Istorbive sul tema del confine orientale”.

Silvia Olivero, collaboratore dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo. “Profughi tra tanti profughi nella Provincia Granda”.

Enrico Miletto, collaboratore dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino. “Verso una nuova vita. L’esodo giuliano dalmata a Torino”. 

Alberto Oliaro, Consigliere di amministrazione dell’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel V.C.O. “L’edificazione del Villaggio Dalmazia”.