presentazione
il sentiero Beltrami
il sentiero Chiovini
- Presentazione - Il Sentiero Chiovini
- Il Verbano nella primavera 1944
- Le formazioni partigiane
- Il Valdossola
- La Giovane Italia
- La Cesare Battisti
- Il teatro operativo: la Val Grande
- Pastori e boscaioli
- Il nido d'aquila inaccessibile
- La città di Verbania
- Le forze d'occupazione
- Maggio - giugno 1944
- Il rastrellamento: cronaca di dieci giorni
- Il sale della terra
- 1944-45
- Il Sentiero Chiovini
- Apparati
la repubblica partigiana dell'Ossola
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Il "Valdossola"

   Il battaglione "Valdossola" nasce alla fine del 1943 dalla fusione di un gruppo di partigiani guidati da Mario Muneghina "Mario" proveniente dalla Valle Antigorio con il gruppo guidato da Dionigi Superti e operante nella zona di Premosello-Colloro. Il battaglione, che raggiungerà nel maggio 1944 le trecento unità, si attesta inizialmente all'alpe Ompio ed è comandato da Superti che lo organizza secondo una rigida gerarchia militare. E', fin dall'inizio, la più numerosa formazione partigiana del Verbano e quella che subirà le maggiori perdite durante il rastrellamento di giugno. Nella formazione coesistono due anime: quella di Superti e quella di Muneghina. Superti è per una guerriglia di posizione che conservi le forze in attesa della liberazione da parte degli eserciti alleati. E' in contatto personale con gli ambienti antifascisti di Lugano e con le rappresentanze alleate in Svizzera presso cui si reca più volte a piedi e da solo. Superti concorda con le direttive alleate che vedono il movimento partigiano impegnato solo in azioni di spionaggio e sabotaggio, trasporto in Svizzera di prigionieri alleati, discriminazione anticomunista e appoggio alla causa monarchica.
   Muneghina al contrario è comunista e ha dee chiare sulla lotta partigiana: guerriglia attiva e continue azioni di attacco alle postazioni nemiche. Le diverse visioni porteranno durante il rastrellamento alla scissione di fatto della formazione.
   Dopo l'attacco di alpe Ompio (11-12 febbraio 1944), di fatto il primo scontro di un certo rilievo tra i partigiani e i fascisti, il "Valdossola" entra in Val Grande, considerata un'area inespugnabile. Muneghina, con il grosso degli uomini, si attesta a Corte Buè, mentre Superti con il comando scende a Orfalecchio dove occupa i baraccamenti allestiti dalle imprese impegnate nei grandi disboscamenti dei decenni precedenti. Ad Orfalecchio l'infermiera Maria Peron allestisce un'infermeria di campo.
   Tra aprile e maggio Muneghina attesta i suoi uomini tra Corte Buè, alpe Velina e ponte Casletto: sono 150 partigiani bene armati che assumono il nome di banda "Antonio Gramsci" e compiono ripetute azioni di guerriglia nei paesi del Verbano e dell'Ossola.

Dionigi Superti, comandante del "Valdossola".
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