presentazione
il sentiero Beltrami
- Presentazione - Il Sentiero Beltrami
- Dall'antifascismo alla Resistenza Filippo Maria Beltrami il "signore dei ribelli"
[Quadro biografico]
- Breve biografia di Beltrami architetto
- I primi tempi
- Novembre-dicembre 1943 Da Omegna a Campello
- Gennaio-febbraio 1944 Dalla Valle Strona a Megolo
- La nascita delle prime formazioni partigiane nel Verbano Cusio Ossola
- Luoghi, protagonisti, azioni della Brigata Patrioti Valstrona da Quarna a Megolo
- Varie
- Apparati
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Novembre - Dicembre 1943 Da Omegna a Campello

   Dopo aver spostato la formazione alla fine di ottobre dall'Alpe Frera all'Alpe Camasca, il Capitano Beltrami continuò ad armare i suoi uomini. Come visto, le prime importanti azioni militari avvennero in concomitanza all'insurrezione popolare di Villadossola, l'11 di novembre, ed ebbero un discreto successo anche se non poterono impedire la dura rappresaglia contro la popolazione e i primi nuclei partigiani ossolani.
   Fallita, infatti, l'insurrezione di Villadossola, Beltrami tornò ad operare nella zona del Cusio spostandosi, però, anche nell'Alto Novarese per prelevare viveri e armi. Più volte furono assaltate polveriere e caserme della milizia repubblichina e prelevati ufficiali ed esponenti del fascismo locale.
   Il 30 novembre fu compiuta l'azione più eclatante che ebbe eco in tutta la regione. La formazione di Beltrami, assieme a quella di Moscatelli giunta dalla Valsesia, occupò Omegna.

   La "calata" sulla città è compiuta da sessanta uomini circa e ha uno scopo chiaramente dimostrativo. L'azione si svolge, infatti, nel giro di poche ore tra la folla festante e praticamente senza necessità di scontro armato. Soltanto nel pomeriggio, quando ormai le esigue forze partigiane si erano già ritirate da un pezzo, la milizia di Omegna rientra in città sparando a casaccio ed uccidendo un bambino, Luciano Masciadri. Il funerale del piccolo divenne poi occasione per rinsaldare il forte legame tra la popolazione e "quelli della montagna". Il 3 dicembre più di cinquemila persone (compresi i partigiani che girarono indisturbati) parteciparono alle esequie mentre le truppe fasciste rimasero rintanate in caserma. Tra le corone ne spiccava una con un grande nastro tricolore recante la scritta "I Patrioti non ti dimenticheranno".
   Dopo quell'azione dimostrativa, Beltrami ritornò a Camasca per proseguire con le azioni di disturbo. Il 4 dicembre a Borgomanero un'autocolonna comandata da Beltrami per il prelevamento di viveri fu fermata da un'auto tedesca: ne seguì uno scontro a fuoco e lo stesso Capitano uccise i due militari impossessandosi dell'auto con le insegne della Wehrmacht.
   A causa di quelle insegne il 18 dicembre, a Buccione, avvenne un incidente con i fratelli Di Dio: furono scambiati per nemici e colpiti. Vennero feriti Beltrami con la moglie e morì il partigiano Franco Rossari, uno dei "ragazzi" di Quarna¹. Tra il 20 e il 22 dicembre Beltrami fu costretto convalescente all'albergo di Quarna, dove ricevette alcuni esponenti politici. Dopo quell'incidente si decise di aumentare i contatti e i collegamenti con il Comitato di Liberazione Nazionale e con le altre formazioni partigiane. Ormai, le imprese della formazione e del suo Capitano stavano diventando note ben oltre il territorio, cosa che li esponeva al pericolo di attacchi da parte dei nazifascisti.
   Il 23 dicembre venne perciò deciso il trasferimento a Campello Monti, mentre Giuliana Gadola lasciava il marito e il gruppo.
   Nel frattempo era avvenuta la fusione tra la formazione di Beltrami e quella dei fratelli Di Dio che costituirono così la "Brigata Patrioti Valstrona". In quel periodo, Beltrami si convinse della necessità di creare una zona neutra ad Omegna, che lui immaginava al centro di un vasto territorio controllato dalle formazioni partigiane. L'idea fu discussa il 27 dicembre da Moscatelli e un rappresentante di Beltrami, ancora convalescente, in un incontro ad Artò² e creò non poche incomprensioni tra i garibaldini, nettamente contrari, e lo stesso Capitano.



1 Il funerale si svolse a Omegna con ampia partecipazione popolare il 2 gennaio 1944, come segnalato da un notiziario della GNR.

2 Testimonianza di Alberto Jacometti.
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