Mentre questo filone di ricerca continua ad essere indagato dagli studiosi dell’Istituto, è iniziata la diffusione in lingua straniera di alcuni episodi, per massimizzare la conoscenza all’estero di quella che fino a pochi anni fa veniva definita “la strage dimenticata”. Anche se molto resta ancora oggetto di ricerca, infatti, solo con la messa a disposizione in più lingue comunitarie di quanto già conosciuto può favorire maggiormente l’interesse, quindi lo studio, di questo particolare episodio storico.

Il coinvolgimento di giovani ricercatori, dottorandi, laureandi e stagisti, professionisti e docenti universitari è stato fondamentale per avviare questo processo, condotto sotto la supervisione scientifica dell’Istituto in forma assolutamente volontaria da una ventina di persone, molte delle quali giovanissime, che si sono occupate della traduzione in inglese e tedesco di tre pannelli esplicativi, arricchiti da documentazione iconografica, collocati in corrispondenza del sito dove sorgeva l’hotel Meina, poi Victoria, abbattuto nel 2009, luogo in cui nel 2015 Gunter Demnig, l’artista delle Stolpersteine, ha collocato le pietre di inciampo per ricordare le vittime.

La traduzione di due importanti documenti scritti da Becky Behar è stata invece realizzata con l’aiuto di Leonardo Baldo, Lucia Gerbi, Anisa Naci e Cecilia Rossi, con la supervisione di Elena Salina Borello e di Casey Cooper, la compagna di studi statunitense che l’ha ospitata nello scambio del quarto anno. Leonardo ha inoltre realizzato il servizio fotografico della posa delle Stolpersteine. Anisa, Cecilia e Lucia, come Elena, frequentano il Liceo Fermi di Arona, Leonardo il Liceo Galileo Galilei di Borgomanero.

Al momento il lavoro di traduzione si è concentrato su Meina, in quanto si tratta del centro dove sono già state posate le Stolpersteine in memoria di tutte le 16 vittime, ma tutte e nove le località coinvolte dalla strage saranno allo stesso modo valorizzate, essendo già state redatte le schede per la realizzazione di tutte le pietre delle 57 vittime fino ad oggi accertate e molte delle loro biografie, in modo da poter avviare subito le pratiche qualora altre località decidessero di aderire al progetto.

ecco i primi risultati del loro lavoro:

 

la strage di Meina raccontata da una sopravvissuta

 

Elena Mastretta