presentazione
il sentiero Beltrami
- Presentazione - Il Sentiero Beltrami
- Dall'antifascismo alla Resistenza Filippo Maria Beltrami il "signore dei ribelli"
- La nascita delle prime formazioni partigiane nel Verbano Cusio Ossola
- Prime formazioni
- Formazione Massiola
- Brigata Patrioti Valstrona
- Formazione Valdossola
- Brigata Cesare Battisti
- Formazione Giovine Italia
- Dopo Megolo
- Formazione Redi
- Divisione Alpina F. M. Beltrami
- Formazione Valtoce
- Luoghi, protagonisti, azioni della Brigata Patrioti Valstrona da Quarna a Megolo
- Varie
- Apparati
il sentiero Chiovini
la repubblica partigiana dell'Ossola
apparati
crediti redazionali
Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara
la memoria delle alpi
Divisione Alpina d'assalto "Filippo Maria Beltrami"

   Bruno Rutto raccolse all'alpe Quaggione una quarantina di uomini per continuare la resistenza contro i nazifascisti dopo il disastro di Megolo. Nacque così il "Primo Gruppo Patrioti Filippo Beltrami" che adottò come emblema il fazzoletto verde degli alpini. Tra loro rimasero per un breve periodo Cesare Bettini e Alfredo Di Dio che fondarono poi la divisione "Valtoce".
   La formazione crebbe fino a costituire la Divisione Alpina d'assalto "Filippo Maria Beltrami"¹, strutturata su tre brigate: "Quarna", "Omegna" e "Megolo"². Ad esse si aggiunsero in seguito la Volante "Dom" e una squadra rifornimenti. La formazione che agì prevalentemente nel Cusio rimase sempre, per volere di Rutto, apolitica e solo per breve tempo fu rappresentata nel Comitato di Liberazione Nazionale dal partito socialista.
   A parte alcuni contrasti con altri gruppi partigiani, riguardanti la creazione di una zona neutra ad Omegna, in seguito appianati, la formazione svolse un importante ruolo di mediazione tra le diverse anime della resistenza e contribuì al successo di numerose azioni tra cui quelle preparatorie alla liberazione dell'Ossola. A forte reclutamento locale, impegnò il nemico in ogni dove non consentendo mai il controllo del territorio. Subì diversi rastrellamenti e gravi perdite (185 caduti), senza mai diminuire la sua capacità combattiva.
   Nei giorni della liberazione dell'Ossola gli uomini di Rutto, scesi dalla Valle Strona, tentarono con i garibaldini della "Redi" di prendere anche Gravellona Toce, un nodo strategico importantissimo per l'intera zona: furono però sconfitti in una durissima battaglia che costò numerosi morti e feriti.
   Dopo la rioccupazione dell'Ossola il nuovo "Comando unico zona Ossola" assegnò alla Divisione il controllo e la difesa delle valli Strona ed Anzasca con i passi per la Valsesia, compito che la divisione assolse con grande successo sino alla liberazione. Memorabile fu il suo ingresso in Omegna il 24 aprile 1945. Nei giorni successivi la Divisione si diresse verso Milano dove partecipò alla liberazione finale.


1 Il motto della divisione era "Per i morti e per i vivi", utilizzato anche come timbro in tutti i documenti ufficiali della formazione.

2 Dal 28 marzo 1945 le tre brigate, per volere del Comando militare zona Ossola, cambiarono nome rispettivamente in: 1° brigata Romagnoli, 2° brigata Burlotto, 3° brigata A. Bionda.


Divisione Alpina F.M. Beltrami: la brigata Burlotto all'alpe Quaggione
1945: La Divisione alpina F. M. Beltrami entra in Omegna liberata
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